cafè esoterico

Quattro regole del Laboratorio di Psicologia Cardinale per i partecipanti al Cafè Esoterico o "piccolo vademecum del Cafè":
1. Il Cafè è un luogo di incontro per chi è interessato a discutere qualsiasi aspetto della vita umana alla luce della scienza esoterica o ad ascoltare tali discussioni.
2. Gli approfondimenti si svolgono con libero intervento dei partecipanti sui temi trattati.
3. La base esoterica del Laboratorio - Teosofia, Agni Yoga, Insegnamenti della Scuola Arcana, Universologia - non si discute.
4. Il Cafè non è un cafè: tutte le discussioni sono mirate alla ricerca di Verità, non ad affermazione delle verità personali.

domenica 12 febbraio 2012

“Ti amo come sei e non voglio niente da te”



 La formula che abbiamo analizzato giovedì scorso:

“Ti amo come sei e non voglio niente da te”

è valida per tutti:

1) La prima parte di essa – “ti amo come sei” -  è il III Aspetto di Logos: Madre - l’Amore incondizionato - Dio che è Uno non puo non amare Sé Stesso - la parabole di Gesù su 99+1 pecore.
2) La seconda parte – “non voglio niente da te” – è il I Aspetto di Logos: Padre - Volontà Divina - progetto per futuro - rifiuto della forma non perfetta - Gesù ha detto: ”Colui che ha capito il mondo ha scoperto un cadavere, ma se ha scoperto un cadavere il mondo a che gli serve?” (Vangelo di Tommaso).

E l'uomo sulla Terra è il Figlio o II Aspetto che deve fare “armonia tra [questi due] opposti”: Gesù ha detto: “Quando saprete trasformare il due in uno, diventerete Figli dell’uomo e se direte: “Montagna, allontanati, quella si allontanerà!” (Vangelo di Tommaso).

“L’esperienza (delle paia degli opposti) deriva dall’incapacità dell’anima a distinguere tra sé personale e Purusha (o Spirito). Le forme oggettive esistono per l’uso e l’esperienza dell’uomo spirituale. Dalla meditazione su ciò nasce la percezione intuitiva dell’uomo spirituale” (“Sutra Yoga”, Libro III, 35).

“Passando dal sentiero del sentimento e della devozione (linea mistica) a quello del controllo intellettuale (linea mentale), molti lamentano la scomparsa dei momenti di gioia e beatitudine sperimentati in meditazione. Il metodo sembra loro arido, vuoto, insoddisfacente. Ma gioia e pace sono reazioni emotive, e non reali. Per l’anima è indifferente che il suo riflesso, l’uomo incarnato, sia felice o no, lieto o mesto, sereno o turbato. Solo una cosa importa: il contatto con l’anima, l’Unione (cosciente e intelligente) con l’Uno. Ciò può manifestarsi nella coscienza fisica come pace e gioia, ma deve dimostrarsi come accresciuta capacità di servire l’umanità. Ciò che il discepolo sente ha poca importanza; ciò che vale sono la sua comprensione e la capacità di fungere da canale per la forza spirituale. Ricordate che sul sentiero non contano né i vizi né le virtù (se non per sfuggire agli opposti). Ha valore solo ciò che spinge innanzi su quel sentiero, che “splende sempre più fino al giorno sii con noi” (A.Bailey, “La Luce dell’Anima”)